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Brain Computing: L’impresa che sta riscrivendo il sistema lavorativo italiano

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Sappiamo bene come l’innovazione sia una forza trainante in ogni settore e questa è una credenza molto viva soprattutto all’estero. Se prendiamo in particolare l’esempio cinese, vediamo come l’investimento in nuove strategie di marketing digitale, come quella del Live Commerce, non solo ha fatto schizzare le vendite dei prodotti tecnologici del +42% rispetto al 2022, ma sta riscrivendo le regole della pubblicità online ed il modo in cui le aziende interagiscono con i clienti.

Ma a che punto è l’Italia relativamente all’innovazione?

Come spesso accade in questa penisola, purtroppo l’innovazione è da sempre vista con sospetto. Invece di essere accolta come un’opportunità, viene considerata come una minaccia e l’Italia sta vivendo un’inversione di tendenza rispetto all’estero, soprattutto in relazione alle modalità di lavoro.


Mentre la maggior parte delle grandi metropoli europee ha intensificato le politiche di smart working e lavoro ibrido, l’Italia costringe l’80% dei dipendenti del mondo Digital a tornare in ufficio, superando addirittura i dati pre-Covid.

C’è quasi qualcosa di sadico in tutto ciò, una volontà delle istituzioni governative italiane nel mantenere lo status quo, ancorando le aziende che veramente vogliono innovare ad un passato ormai anacronistico. Una di queste aziende dallo slancio innovativo si chiama Brain Computing, la pioniera per eccellenza del nuovo panorama lavorativo italiano.

Introducendo il suo modello “Fully Liquid Enterprise”, è diventata la prima azienda italiana a operare interamente in modalità full remote. In un’epoca in cui molte imprese stanno ancora cercando di adattarsi ai nuovi modelli di lavoro, Brain Computing ha già consolidato il suo approccio fully liquid, sfidando le convenzioni del secolo scorso e mostrando che è possibile lavorare in modo efficiente e flessibile.

La Fully Liquid Enterprise di Brain Computing, guidata dall’illuminazione visionaria del suo CEO Carmine Lamberti, è un modello in cui la forza lavoro supera i limiti spazio-temporali tradizionali, creando un “Human Cloud” dinamico, totalmente disancorato dai luoghi fisici e sempre pronto a rispondere alle esigenze dei clienti e del mercato. I vantaggi di questo modello sono numerosi.

Per i dipendenti significa flessibilità, equilibrio tra vita lavorativa e personale e la possibilità di lavorare da qualsiasi luogo. Grazie a questo modello, Brain Computing ha attirato centinaia di nuovi talenti in giro per il mondo, ampliando del +400% l’organico aziendale rispetto al 2020. Per le aziende, significa riduzione dei costi e maggiore efficienza. A favore di questa tesi parlano i dati di Brain Computing, che nel solo 2022 ha ottenuto un EBITDA del +45%.

Inoltre, non dimentichiamo l’impatto positivo sul climate change, con una riduzione significativa delle emissioni legate agli spostamenti. Grazie al full remote working, sono stati risparmiati circa -3 Quintali di Emissioni CO2, in piena coerenza con le politiche europee di sostenibilità aziendale.

Per rispondere alla domanda iniziale, l’innovazione italiana non è a livello di quella cinese, ma purtroppo non è in linea neanche con quella europea.
Fatta eccezione per Brain Computing che, come abbiamo visto, si impone come un vero e proprio paladino dello svecchiamento italiano.

E chi come Brain Computing fa davvero innovazione in Italia?

Sicuramente ci sarà qualche azienda che ci sta provando, ma nessuna ancora è riuscita a cambiare la rotta come ha fatto la Fully Liquid Enterprise nostrana. Per farlo è necessario un cambio di mentalità da parte di tutti, in primis dalle istituzioni e dal sistema giuslavoristico italiano, che si ostina a non riconoscere questi nuovi modelli di lavoro, nonostante gli evidenti vantaggi che ne derivano.
Siamo un paese di tradizioni, è vero, ma a volte queste tradizioni ci impediscono di guardare avanti ed abbracciare il cambiamento.

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