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L’Attività Più Redditizia? Fermarsi a Pensare

C’è una domanda che mi fanno spesso gli imprenditori: “Carmine, qual è l’attività che genera il maggior ritorno economico nella tua azienda?”

La risposta li sorprende sempre: fermarsi e pensare.

Non vendere di più. Non ottimizzare i processi. Non tagliare i costi. Fermarsi. E pensare.

Pensare a un nuovo modello di acquisizione clienti. Pensare a un business model diverso. Pensare se quello che hai fatto fino a ieri ha ancora senso domani.

Perché se resti ancorato al vecchio sistema, se ti blocchi su quello che hai sempre fatto, non vai avanti. È matematico. Stai pedalando su una cyclette: fai fatica, sudi, ti stai muovendo, ma non ti stai spostando di un millimetro.

I Pugni Allo Stomaco Che Ti Fanno Crescere

Sai quando inizi davvero a cambiare? Quando ricevi un pugno allo stomaco.

Non parlo di fallimenti catastrofici o crisi aziendali. Parlo di quelle domande scomode che ti togli dalla testa perché è più facile non rispondere. Parlo di quella voce interna che continui a silenziare perché temi le risposte.

Il cambiamento inizia solo quando c’è onestà. Onestà brutale, quella che fa male. Quella che ti costringe a guardare i numeri senza filtri, ad ammettere che il modello che ti ha portato fin qui non ti porterà dove vuoi andare.

Fai le tue riflessioni. E capisci che è giunto il momento di cambiare.

Le Domande Che Nessuno Vuole Farsi

Ti propongo un esercizio. Non è comodo. Non è piacevole. Ma è necessario.

Prenditi trenta minuti. Chiudi la porta dell’ufficio, spegni il telefono, e rispondi onestamente a queste sette domande.

Prima domanda: Perché ho scelto di essere imprenditore?

Non la risposta che dai agli altri. Non “per creare valore” o “per innovare il mercato”. La vera ragione. Quella che non dici mai ad alta voce.

Era per la ricchezza? Per l’indipendenza? Per dimostrare qualcosa a qualcuno? Per sfuggire a un lavoro che odiavi?

Non c’è una risposta giusta o sbagliata. Ma devi conoscerla. Perché se oggi stai inseguendo qualcosa di diverso da quella ragione originale, stai sprecando la tua vita.

Seconda domanda: Se tirасси una linea oggi, posso dire di essere felice?

Non “abbastanza soddisfatto”. Non “potrebbe andare peggio”. Felice. Davvero felice.

Se la risposta è no, o è un “sì, ma…”, hai già la tua risposta. Stai correndo nella direzione sbagliata.

Terza domanda: Il mio cerchio degli affetti è felice?

Interroga le persone che ami. Sono contenti della disponibilità di tempo che hai per loro? Dei valori che porti a casa? Del contesto di vita che stai creando?

Questa è la domanda più dura. Perché spesso la risposta che temiamo è quella che già conosciamo. E fingiamo di non saperla.

Quarta domanda: La mia salute psicofisica è soddisfatta?

La tua “macchina” – il tuo corpo, la tua mente – sta bene in questo contesto? O la stai spremendo come un limone, convinto che prima o poi arriverà il momento di riposare?

Spoiler: quel momento non arriva mai. O meglio, arriva quando il corpo decide per te.

Quinta domanda: Analizzando il mio percorso professionale, la curva è in ascesa, piatta o in discesa?

Sii sincero. Non guardare il fatturato. Guarda la traiettoria. Stai crescendo come imprenditore? Stai imparando cose nuove? O stai gestendo la stessa routine da tre anni?

Se non stai scalando, se non stai crescendo, sei in una linea piatta. E una linea piatta nel business è l’anticamera della discesa.

Sesta domanda: Quali sono i miei tre obiettivi aziendali a uno, tre e cinque anni?

Non generici. Non “crescere” o “aumentare il fatturato”. Obiettivi precisi, misurabili, che ti fanno paura anche solo a scriverli.

Se non riesci a rispondere, significa che stai navigando a vista. E nel mare di oggi, navigare a vista significa schiantarsi.

Settima domanda: Come vedo la mia exit strategy?

La vedo entro cinque anni? Lascio a un nuovo CEO? Vendo il brand? Passo il testimone?

Molti imprenditori si offendono a questa domanda. “Io non lascerò mai la mia azienda.” Bene. Allora morirai ancora alla scrivania, stanco e insoddisfatto, mentre il mondo va avanti senza di te.

Un’azienda che dipende da te non è un’azienda. È un lavoro. E probabilmente il lavoro peggio pagato che tu abbia mai avuto, se conti le ore che ci dedichi.

La Verità Scomoda

Qui sta il punto: queste domande fanno male perché la maggior parte di noi sa già le risposte. Le sappiamo. Ma fingiamo di non saperle.

Continuiamo a correre perché fermarsi significa ammettere che forse stiamo correndo nella direzione sbagliata. E ammettere questo richiede coraggio. Richiede onestà. Richiede la volontà di buttare via tre, cinque, dieci anni di lavoro e dire: “Ok, ho sbagliato direzione. Ricominciamo.”

Nella mia esperienza con Brain Computing, i momenti di maggiore crescita non sono arrivati quando lavoravamo diciotto ore al giorno. Sono arrivati quando ci siamo fermati, abbiamo guardato i numeri, e abbiamo avuto il coraggio di ammettere che il modello che stavamo usando non ci avrebbe portato dove volevamo andare.

Abbiamo cambiato. Abbiamo ristrutturato. Abbiamo ripensato tutto.

E oggi siamo un’azienda completamente diversa da quella di tre anni fa. Migliore. Più forte. Più redditizia. Ma soprattutto, più allineata con quello che vogliamo davvero costruire.

L’Attività Più Redditizia

Quindi torno alla domanda iniziale: qual è l’attività più redditizia?

Fermarsi. Pensare. Rispondere onestamente a domande scomode.

Non è sexy. Non è instagrammabile. Non puoi metterlo in un post motivazionale con una foto di un tramonto e una frase ispirazionale.

Ma funziona.

Perché un’ora passata a pensare al modello di business giusto vale più di cento ore passate a ottimizzare quello sbagliato. Un giorno speso a capire dove vuoi davvero andare vale più di un anno speso a correre nella direzione sbagliata.

Il tempo per pensare non è tempo perso. È l’investimento più redditizio che tu possa fare.

La domanda è: hai il coraggio di fermarti?


Carmine Lamberti
CEO, Brain Computing S.p.A.

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