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Google Bard: cos’è e come funziona il software rivale di ChatGPT

Ne hai tanto sentito parlare ma vuoi sapere una volta per tutte Google Bard cos’è? Il 13 Luglio scorso, è stato rilasciato Google Bard, un nuovo strumento di AI conversazionale che promette di dar filo da torcere al temuto rivale targato OpenAI: ChatGPT.
Dopo una serie di rinvii causa test, upgrade ed una versione beta disponibile all’inizio solo per Stati Uniti e UK, Google ne ha annunciato il rilascio in occasione della conferenza annuale Google I/O organizzata dall’azienda il 10 maggio scorso. Non solo in Italia, però: attualmente il software è disponibile in tutta Europa e in ben 40 lingue.

Vuoi saperne di più su Google Bard, cos’è e quali sono le sue differenze con il rivale ChatGPT? Allora non ti resta che continuare a leggere quest’articolo.

Google Bard cos’è?

Google Bard è un software basato sull’Intelligenza Artificiale e sull’apprendimento automatico. Il nome Bard deriva da Bardo e rievoca la figura del poeta-narratore tipico della cultura celtica. Il naming non è stato scelto a caso: Google Bard nasce come modello conversazionale e promette di rivelarsi fondamentale per la strutturazione di testi di qualsiasi genere, anche scientifici. Come specificato dall’azienda stessa sul suo sito ufficiale, al momento Google Bard è un’AI sperimentale incentrata su un complesso modello linguistico, il PaLM 2, sviluppato proprio dal colosso di Mountain View.

Ma cosa fa Bard nello specifico? Proprio come ChatGPT, Bard è in grado di comprendere i messaggi inviati dall’utente (detti anche Prompt), elaborarli e successivamente formulare delle risposte. Ma Bard non fa solo questo: oltre a restituire risposte esaustive a domande specifiche, può raccontare storie, generare bozze di scrittura e suggerire dei link laddove si voglia approfondire un determinato argomento.

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Come usare Google Bard in Italia?

Dopo aver capito cos’è, vediamo come usare Google Bard.

Per prima cosa, è necessario disporre di un account Google per usare Google Bard Italia. Pertanto, iscriviti o effettua l’accesso (ma solo se sei un utente maggiorenne). Successivamente, potrai notare un’impostazione della chat un po’ simile a quella di ChatGPT. Nella casella di testo posizionata in basso, potrai scrivere le tue domande su cui Bard genererà delle risposte. Per ogni domanda, Google ti fornirà tre output e ti sarà possibile visionarli tutti alla voce “Visualizza altre bozze”.

screenshot pratico di come usare google bard

Immagine esempio di come funziona Google Bard

Attraverso i 5 tap presenti alla fine di ogni risposta autogenerata, Bard ti consentirà dì:

  • Fornigli un feedback positivo o negativo, importantissimo per Google per migliorarsi;
  • Modificare la risposta: in questo caso è possibile chiedere a Bard una risposta più lunga, breve, semplice, formale, informale;
  • Condividere il contenuto su Gmail o in Documenti;
  • Lanciare una ricerca su Google: con suggerimenti annessi di ricerche correlate in merito all’argomento in questione;
  • Segnalare il contenuto prodotto dal tool.
screenshot di cos'è google bard e come funziona

Cos’è Google Bard: screenshot di come funziona

Google Bard cos’è: e la questione privacy?

Quello della privacy è un nodo sempre determinante: quali sono i dati che Google conserva nel momento in cui si interagisce con Google Bard? Nella sua informativa, l’azienda ha dichiarato di raccogliere tutte le conversazioni, la posizione in base all’indirizzo IP e feedback vari. I dati vengono conservati di default per 18 mesi ma puoi modificare questa impostazione da 3 a un massimo di 36 mesi.
È possibile evitare che Bard salvi le nostre conversazioni? Assolutamente sì: ti basterà selezionare “Attività di Bard” dal tuo account Google e cliccare sul tasto Off. Google si riserva comunque la possibilità di trattenere le conversazioni ma solo per un massimo di 72 ore.

Come funziona Google Bard: le novità all’orizzonte

Trattandosi di uno strumento in costante sviluppo, vi sono via via sempre più novità all’orizzonte che ci indicano come usare Google Bard. In primo luogo, menzioniamo Memory, una funzionalità ancora work in progress che consentirà all’utente di rendere ancor più personalizzato il suo uso dell’Intelligenza Artificiale. Con Memory, infatti, Google Bard memorizzerà le risposte già precedentemente fornite dall’utente, eliminando così la necessità di dover ripetergli determinate preferenze personali. Qualche esempio? Grazie a Memory, Google Bard ricorderà le tue preferenze alimentari e sarà in grado di consigliarti ricette che ti piacciono, oppure potrà ricordare se preferisci ricevere risposte brevi o lunghe durante una conversazione. Insomma, avrai la possibilità di interagire con un’AI ancor più personalizzata sulla base delle tue esigenze.

Una novità già arrivata nel mercato inglese riguarda, invece, la funzionalità Bard Extension. Grazie a questo strumento, Bard potrà interagire con tutta la suite di Google tra cui Gmail, Maps, Voli e YouTube. In questo modo, l’utente potrà chiedere a Bard di cercare, ad esempio, una mail in particolare su Gmail o le indicazioni per arrivare in un determinato posto con Maps. Per far ciò, Google chiederà all’utente di dare il suo consenso (opt-in), un consenso che potrà essere ritirato in qualsiasi momento.
In ultimo, al fine di perseguire l’obiettivo della trasparenza e della sicurezza, su Google Bard è da poco possibile valutare il grado di correttezza delle informazioni fornite dall’AI stessa. Cliccando sull’icona G, infatti, l’AI effettuerà una ricerca (su Google stesso, ça va sans dire) per capire se ci sono contenuti che affermano l’opposto rispetto a quelli forniti da Bard stesso, in modo tale da fare una sorta di double-check. Anche questa funzionalità, però, è disponibile attualmente solo nel mercato inglese.

Google Bard vs ChatGPT: quali sono le differenze?

Veniamo ora al nodo cruciale della questione: Google Bard vs ChatGPT , quali sono le sostanziali differenze tra le due? Ecco chi vincerebbe in questo scontro “epocale”:

  • Google Bard fornisce per ogni prompt tre bozze di risposte mentre ChatGPT solo una. In quest’ultimo caso è possibile però richiedere al chatbot una nuova risposta tramite il comando Rigenera;
  • Google Bard è totalmente integrato con la Suite Google: questo implica la possibilità di utilizzarlo insieme a Google Doc, Google Sheet o Hangouts, per citarne alcuni;
  • ChatGPT dispone di una versione più collaudata mentre Bard si trova ancora in una fase sperimentale. Ciò può comportare risposte imprecise e meno approfondite rispetto a quelle del software di OpenAI;
  • Google Bard gode di un database di informazioni infinito poiché si serve di dati forniti dall’ecosistema Google (in parole povere dal motore di ricerca). Questo si traduce nella possibilità di richiedere output relativi ad eventi anche più recenti. Di contro, ChatGPT si serve di un database più circoscritto e al momento aggiornato solo fino a settembre 2021;
  • Su ChatGPT è possibile inviare i prompt solo in versione scritta mentre su Bard anche con comando vocale. Inoltre, il software di Google dà la possibilità di ascoltare le risposte e non solo di leggerle;
  • ChatGPT offre, altresì, una versione a pagamento ma con più funzionalità mentre Google Bard ha al momento solo la versione free.

Al netto di tutte queste considerazioni e dopo aver definito Google Bard cos’è, qual è il miglior software AI di cui servirsi per le proprie attività? Entrambi validi, entrambi con alte potenzialità e margini di miglioramento: noi consigliamo di utilizzarli tutti e due, magari con scopi differenti. Certamente rappresentano una risorsa aggiuntiva per reperire in modo rapido le informazioni e sviluppare idee e contenuti.

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E se tra i due litiganti, la spuntasse un terzo chiamato… AppleGPT?

Secondo alcune indiscrezioni, anche Apple starebbe lavorando ad un suo personalissimo software basato sull’AI: AppleGPT. Molto simile a ChatGPT e Google Bard, questo software disporrebbe già di un proprio framework chiamato Ajax e sarebbe utilizzabile dal solo ecosistema Apple. Tuttavia, sebbene questo progetto sia in lavorazione da fine 2022, non vi è nessuna data di lancio all’orizzonte e lo stesso Tim Cook si è mostrato molto cauto in merito. In un’intervista rilasciata a Good Morning America, il CEO statunitense ha sottolineato che l’azienda sta certamente esaminando la tecnologia AI ma vi sono diversi «problemi e perplessità da risolvere». Tuttavia, secondo alcune fonti di Bloomberg, già nel prossimo anno potrebbe esserci un annuncio in merito.

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