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smart working dopo il 31 marzo

Smart Working in Italia: dal 1° Aprile non è più un diritto ma sarà necessario stipulare un accordo aziendale: cosa cambia

Cosa è cambiato in tema smart working dopo il 31 Marzo in Italia? Nel nostro Paese, l’orizzonte dello smart working ha da poco subito un cambiamento significativo, poiché il diritto di lavorare in questa modalità, come lo conosciamo oggi, è giunto al termine lo scorso 31 Marzo 2024.

Questo segnerà una svolta importante per molti dipendenti, specialmente per coloro che hanno beneficiato delle flessibilità offerte da questa modalità lavorativa. Lo smart working ha rivoluzionato il modo in cui le persone svolgono il proprio lavoro, consentendo loro di lavorare meglio da remoto, conciliare più adeguatamente vita privata e professionale, riducendo gli spostamenti e aumentando la produttività. (E noi come prima Fully Liquid Enterprise lo sappiamo molto bene!)

Tuttavia, con la fine di questa forma semplificata di lavoro agile, molti lavoratori fragili e genitori con figli sotto i 14 anni si stanno trovando di fronte alla prospettiva di dover affrontare nuove sfide lavorative.

Per continuare a beneficiare dello smart working 2024, sarà ora necessario stipulare un accordo individuale con l’azienda, rispettando specifici requisiti e priorizzando le richieste provenienti da determinate categorie di lavoratori.

Smart working proroga: la situazione fino al 31 Marzo 2024

Lo smart working 2024 è stato un elemento essenziale che ha garantito la continuità delle attività lavorative durante l’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19. Questa modalità flessibile di lavoro ha consentito a migliaia di lavoratori di adattarsi rapidamente alle nuove circostanze, rispondendo prontamente alle restrizioni imposte e mantenendo una produttività adeguata nonostante la pandemia.

Nel settore pubblico, la proroga dello smart working era stata stabilita fino al 31 Dicembre 2023, con particolare attenzione ai lavoratori fragili, ma non è stata più rinnovata.

Per i dipendenti del settore privato, invece, il Governo ha interrotto questa modalità di lavoro il 31 Marzo scorso.

Va detto che, fino ad ora, lo smart working ha offerto numerosi benefici, tra cui una maggiore flessibilità nell’organizzazione del lavoro, un maggior risparmio, la riduzione degli spostamenti e dei tempi di viaggio, un miglior equilibrio tra vita professionale e personale, nonché un aumento della produttività e della fiducia dei dipendenti. Nonostante le richieste di ulteriori proroghe, però, si è ritenuto non più necessaria l’esigenza di estendere nuovamente la durata del lavoro agile.

Pertanto, a partire dal 1° Aprile, sarà ora necessario stipulare un accordo individuale con l’azienda per continuare a lavorare in modalità smart working, garantendo così la continuità delle attività lavorative per chi non smette di desiderare un lavoro agile e flessibile.

LEGGI ANCHE: Smart Working: 4 Idee per aumentare il senso di appartenenza al team da remoto

Smart working dal 1° Aprile 2024: come funziona l’accordo individuale

Con la fine dello smart working dal 1° Aprile 2024, diventa fondamentale comprendere il funzionamento dell’accordo individuale tra il dipendente e l’azienda.

Per prima cosa, ci appare essenziale considerare alcuni aspetti fondamentali che costituiscono le basi di questo accordo. Innanzitutto, va sottolineato che lo smart working è da adesso una modalità di lavoro basata sull’adesione volontaria sia da parte del dipendente che dell’azienda. Nessuna delle due parti potrà imporre unilateralmente questa modalità di lavoro all’altra. Inoltre, è importante sottolineare che il dipendente avrà il diritto di rifiutarsi di lavorare in modalità remota senza essere soggetto a procedimenti disciplinari o rischiare il licenziamento.

Ma come dovrà essere strutturato l’accordo? Nel pratico, sarà necessario stipulare un “patto” scritto che delinei le regole e le responsabilità reciproche, compresi gli orari di lavoro, le modalità di comunicazione e di monitoraggio delle attività, nonché i criteri di valutazione delle prestazioni. Sarà importante che l’intesa rispetti i requisiti minimi stabiliti dalla normativa vigente e che sia conservata per almeno 5 anni ai fini della prova. Inoltre, l’accordo dovrà dare la priorità alle richieste provenienti dai lavoratori fragili e dai genitori con figli di età inferiore ai 14 anni, garantendo un approccio equo e inclusivo alla gestione dello smart working under 14 e fragili.

Smart working dopo il 31 Marzo: l’Italia è ancora indietro, ma perché?

In Italia, nonostante le potenzialità e i benefici dello smart working 2024 siano stati ampiamente dimostrati durante l’emergenza sanitaria, il paese rimane ancora indietro nell’adozione diffusa di questa pratica lavorativa.

Questo ritardo può essere attribuito a diversi fattori. In primo luogo, vi è una certa resistenza culturale e organizzativa da parte di alcune aziende e settori, che preferiscono mantenere un modello tradizionale di lavoro basato sull’ufficio. Inoltre, esistono sfide infrastrutturali legate alla connettività e alla disponibilità di strumenti tecnologici adeguati che rendono più complesso implementare lo smart working in modo efficace. Allo stesso tempo, alcune normative lavorative e fiscali potrebbero non essere ancora completamente allineate alla pratica dello smart working, creando incertezze e ostacoli burocratici per le aziende che desiderano adottarla. Infine, esiste anche una mancanza di consapevolezza e formazione sulle dinamiche e le migliori pratiche dello smart working, sia da parte dei datori di lavoro che dei dipendenti, che ne limita la diffusione e adozione su larga scala.

Non c’è alcuna speranza, dunque? Assolutamente no: con un impegno condiviso da parte delle istituzioni, delle imprese e dei lavoratori, l’Italia è ancora in tempo a colmare il divario e a diventare un esempio di eccellenza nello sfruttamento delle potenzialità dello smart working.

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In Brain Computing lo smart working è una priorità: sapevi che siamo la prima Fully Liquid Entreprise in Italia?

In Brain Computing, lo smart working non è solo un’opzione, ma una priorità assoluta, da sempre!

Siamo orgogliosi di essere riconosciuti come la prima Fully Liquid Enterprise in Italia, grazie alla nostra modalità di lavoro completamente remoto con dipendenti attivi da qualsiasi parte del mondo. Questo non solo ci consente di essere più flessibili e reattivi alle esigenze dei nostri clienti, ma ci permette anche di ridurre l’impatto ambientale associato agli spostamenti e alle sedi fisiche. Come azienda green, crediamo nell’importanza di adottare pratiche sostenibili e responsabili per preservare il nostro pianeta per le generazioni future. Vogliamo che anche le altre aziende prendano il nostro esempio e abbraccino lo smart working come opportunità per migliorare la produttività, la soddisfazione dei dipendenti e l’efficienza operativa.

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